#DonneEBorse2

donne e borse 2 valigia giallaDi solito, sono i cassetti a racchiudere i sogni, gelosamente immobili, li proteggono dal mondo che a volte sembra ostile o diverso da come l’avevamo immaginato e che temiamo non sia in grado di accoglierli come dovrebbe.

I sogni rimangono lì, dentro quell’involucro rigido, fermo in un angolo della casa, ogni tanto ci sinceriamo che siano ancora lì, pronti a essere liberati.
I miei sogni in attesa di rivedere la luce sono dentro a una piccola valigia gialla.

Non ho il coraggio di lasciarli impolverare dentro a un cassetto, ma non intendo neppure regalarli al mondo come ho fatto finora, rivestendoli di parole, di frasi, di emozioni.
I miei sogni resteranno dentro la rigida valigetta gialla che porto con me ovunque e forse un giorno riuscirò ad aprirla con meno tristezza.

#DonneEBorse1

#DonneEBorse1

Donne e Borse 1
Devo comprarmi una gonna, larga e abbastanza lunga per coprire quello che non ho voglia di mostrare.

Deve essere comoda, morbida che lasci le gambe libere di muoversi. Forse è meglio un vestito, no meglio di tutto è se mi compro una borsa, grande e colorata per affrontare l’autunno.

Deve essere colorata per ricordarmi l’estate, capiente come quelle usate per andare in spiaggia e dentro devo metterci tutto, tutto quello che mi fa sentire viva, amata, protetta.

Non è così che noi donne decidiamo, a volte, di cambiare qualcosa nella nostra vita?
Non è questo un modo per spezzare la monotonia o una noiosa routine?
Allora perché non iniziare da una borsa capiente e colorata?

#DonneEBorse2

Quando un libro ti chiama

libro lettura lettrice

Quando bastava un monumento, un cartello stradale, una rovina famosa, uno scorcio naturalistico per affermare che c’eri stato…

Ora la mania di protagonismo ha fatto slittare l’emozione di quell’attimo irripetibile a pensare immediatamente dopo ad un selfie da mostrare al mondo.
Una via stretta che si apre su una piazza immensa, un rettangolo scuro tra le mura antiche che inquadra un pezzo di cielo o fa tuffare lo sguardo nel mare, la bellezza naturalistica che ti lascia senza parole, diventano sempre più spesso sfondo o quinta incolpevole di un selfie con uno o più faccioni in primo piano a volte distorti dalla vicinanza del cellulare.

Se non sei presente nella foto pensi che i tuoi amici non ti credano?

Essere immortalati con contorsioni ridicole ti fa sentire più protagonista che gustarti l’attimo di quell’abbandono verso quello che prima non avevi mai visto?
Entrare in una foto è così determinante, come se senza quella testimonianza tu che scatti una foto non esistessi?

Mania di protagonismo che ancora non mi ha assorbito, mentre mi capita sempre più spesso che sia un libro a diventare il protagonista indiscusso dei miei pensieri giornalieri e se fosse possibile vorrei poter entrare tra le parole, vivere la vita dei personaggi per la durata della lettura.
Tuffarmici ogni momento della giornata, anche se non mi è possibile, ma tenere sempre in mente la storia, per tornare a parteciparvi, appena riaprirò le pagine.

Essere immortalata in un’immagine con i personaggi che si muovono nel loro tempo, nella loro storia.

Esserci per me è ormai diventato anche e solo quando entri a far parte di un racconto, di una narrazione che trovi stupenda, innovativa che ti cattura e che ti fa dimenticare tutto il resto del mondo, allora per me quello è il libro che dovevo leggere in quel dato momento e io ho risposto alla sua chiamata, quello era il momento giusto perché io potessi apprezzarlo e nello stesso tempo esso potesse ispirarmi.

Ma questo è possibile solo se un libro è così potente da farti viaggiare con la fantasia, mentre sei in un’altra epoca, in un’altra città, dall’altra parte del mondo o solo a pochi chilometri, ma comunque un prolungamento delle pagine, un’assenza che si materializza nel racconto che scorre sotto ai tuoi occhi.

Di nuovo libera, la mano di Stephen tornò alle conchiglie vuote. Simboli anche di bellezza e di potere. Un rigonfio nella tasca. Simboli insozzati da cupidigia e avarizia”.

Ecco le loro controparti: anche loro fiati indolciti, con tè e marmellata, la sciocca ridarella dei loro braccialetti quando litigano”.

Il sole tra l’intarsio delle foglie spandeva paillettes e monete danzanti sulle sue sapienti spalle”.

Passi di: James Joyce tratti dall’“Ulisse

Vorrei tenere a mente solo le emozioni che possono sfiorarmi e scivolare sottopelle, mentre leggo quello che uno scrittore ha saputo mettere nero su bianco e cercare in tutti i modi a me possibili, riuscire a trasferire parte di quelle emozioni quando a mia volta sentirò il bisogno di raccontare.

La società dell’immagine, ci rende sempre più spesso protagonisti del niente, mentre entrare in una narrazione più profonda, fare un viaggio introspettivo attraverso la lettura o osservando quello che ci circonda. per me, è molto più importante.

Scegliere di essere piuttosto che apparire e smettere di illudersi che una serie di immagini di noi stessi possa raccontare noi e la nostra vita o per assurdo farci entrare nella vita degli altri.

“Che fai tu, Luna, in ciel?”

Mongolfiera luna paesaggio lunare

Casta Diva che inargenti
Queste sacre antiche piante,
A noi volgi il bel sembiante
Senza nube e senza vel.

Tempra o Diva,
Tempra tu de’ cori ardenti,
Tempra ancor lo zelo audace,
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel”.

Questa è la preghiera che nella Norma di Bellini, la sacerdotessa gallica rivolge alla luna.

Certamente non sarei in grado ci cantarla come la Callas, interprete divina di questa opera.
Non ho mai potuto vederla da vicino come forse Margherita Hack avrà fatto tante volte studiandone i crateri, anche i Pink Floyd hanno dedicato un album alla luna: Dark Side of the Moon (Lato Oscuro della Luna).
Poi penso ai lupi che non conoscendone la natura le dedicano spesso una serenata, contagiandosi da branco a branco con i loro ululati prolungati nella notte.

Ma fondamentalmente la luna è degli innamorati, dei sognatori e a differenza del sole che non puoi guardare quando è allo zenit, in assenza di nubi la luna è lì in mezzo al cielo scuro e spesso ci soffermiamo ad ammirarla.

Taluni le parlano o le confidano segreti e pensieri, sicuri che lei possa capire ogni cosa, lei che ci guarda da lassù incastonata nel cielo, immutabile e bellissima.

Ma se la luna non riesce a capire sono loro che si sono spiegati male o forse, come sono certe persone, anche lei rimane irraggiungibile, con quell’alone di mistero che nessuno sa spiegarsi bene.

Personaggi “molesti”

ragazza che scrive

Non puoi evitare di scrivere: ti perseguiterò fino a che non racconterai la mia storia”.

L’ultimo dei miei personaggi mi ronza in testa con questo tono minaccioso e pressante, anche se la sua invadenza è simile a tutte quelle degli altri protagonisti che lo hanno preceduto.
Inizia così il cammino di una narrazione, almeno per me: i personaggi bussano alla mia testa e pretendono attenzione, tempo, dedizione e assoluta precedenza su ogni cosa.

Che bello sei una scrittrice! Io avrei tante idee in testa, ma non so come metterle nero su bianco” mi sono sentita dire molto spesso, oppure: “Ma come fai a trovare sempre protagonisti così interessanti e nuove trame?”.

Sono loro, i miei personaggi, che se non prendo appunti appena entrano a far parte della mia giornata o nottata, minacciano di farmi meditare per ore, davanti al famigerato foglio bianco, la disperazione di qualsiasi autore.

Per ora, ho avuto, molto spesso, il problema inverso: dare la precedenza al personaggio più interessante, quello che ha qualcosa di importante da raccontare, ad esempio, difficoltà da superare nella vita.

Cerco sempre di dare un’impronta positiva alle mie storie, per infondere speranza, anche quando la vita dei personaggi dei miei romanzi non è generosa, come spesso accade anche nella realtà.

Tornando ai miei personaggi, loro sono esigenti, sgomitano e si sentono così importanti da non lasciarmi mai in pace, a volte penso che debba dare loro la possibilità di prendere un numero come al banco gastronomico, tanto per non fare ingiustizie e andare in ordire di apparizione, alcuni di loro hanno una personalità così marcata, una storia forte e una voce così limpida che è difficile non consentire loro di arrivare subito ai lettori per parlare di loro stessi.

Molte volte chi ha letto le mie storie ha parlato delle mie protagoniste che vanno controtendenza.

Infatti, negli ultimi tempi, nei racconti e nei romanzi di successo, si assiste a un proliferare di donne sottomesse a uomini ricchi e potenti che ottengono da loro qualsiasi cosa, in nome dell’amore; spesso sono addirittura degli stalker, gelosi, arroganti e pericolosi con la convinzione di essere superiori alle donne di cui sono compagni o fidanzati.

Le “mie ragazze” invece, hanno carattere, sono forti, mai sottomesse, con un’intelligenza spiccata e con tanta voglia di emergere, anche contro tante difficoltà.

Cerco sempre di dare alle mie figure femminili un’impronta di forza e di carattere, le invito nelle mie storie a essere protagoniste della loro vita, a non attendere a oltranza un principe azzurro che non esiste e che non arriverà sul suo cavallo bianco a cambiare le loro vite grigie e infelici.

Per ottenere qualcosa nella vita, le mie protagoniste sanno che non possono attendere un intervento esterno, se vogliono attenzione devono darsi da fare, devono credere nelle cose e lottare per esse.

Devo comunque ringraziare i miei personaggi, tutti quanti , perché è grazie a loro che faccio uno dei mestieri, per me tra più belli e creativi al mondo: la scrittrice.

Ora devo lasciarvi, ho un nuovo personaggio che mi sta infastidendo per avere tutta la mia attenzione.
Se ne avrete voglia, potrete leggere di lui, nelle mie prossime storie.