Scrittura #8 Dettagli: le storie vanno “condite”

porta sale e porta pepeI dettagli sono il sale e il pepe della verosimiglianza.

Per rendere una storia credibile, i dettagli sono essenziali.

Anche le bugie sono migliori, se sono ‘condite’ con descrizioni minuziose.

Nessuna differenza con la letteratura.

Un romanzo o un racconto, di qualsiasi genere, necessita di particolari che riconducano al vero per consentire a chi legge di immedesimarsi, di scorrere le righe ed essere in grado di ricostruire mentalmente i luoghi e i personaggi che popolano quella storia.

Più lo scrittore riesce a dare credibilità a questo mondo immaginario, più o meno vicino alla realtà, e più il lettore riuscirà a calarsi negli avvenimenti, a  vivere la storia e a farsi condurre dove vuole l’autore.

Il più delle volte, non sono le descrizioni di mondi lontani nello spazio e nel tempo, definiti minuziosamente, a rendere più concreta una storia, ma quei semplici e umili dettagli, legati al mondo sensoriale: visivo, tattile, olfattivo, perché no, anche gustativo.

Ricordo il colore del brodo: un leggero arancione (forse zafferano?) con minuti riflessi rosa (un’ombra di pomodoro?), con qualche leggero occhio qua e là. Fatto certamente secondo la regola classica: manzo, vitello, gallina e mazzetto di odori; e certamente sobbolliva a lungo, a fuoco basso, sorrideva, come dice Brillat-Savarin, un sorriso appena accennato, come quello della Gioconda“. (tratto da “Stecchini da denti” di Aldo Buzzi).

I dettagli danno sapore alla storia, sono elementi essenziali; strattonano metaforicamente la manica del lettore, affinché non si distragga e non abbandoni il mondo del racconto che per lui ha creato l’autore.

Un mondo che diventa reale solo grazie all’apporto della mente di chi legge.

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