Storia della scrittura: dai geroglifici agli emoticon #3 La scrittura cinese: un esempio di coerenza

lanterne cinesi

Mentre ci si avvia al II millennio avanti Cristo, la scrittura cuneiforme ha quasi raggiunto il suo assetto definitivo; in Egitto gli scritti geroglifici si moltiplicano; a Creta e nella Grecia continentale si sviluppano scritture che sono dei veri rompicapo per gli studiosi.

In Cina, in questo stesso lasso di tempo, nasce la scrittura cinese, codificata e strutturata tra il 200 a.C. e il 200 d.C., ed è la stessa che i cinesi leggono e scrivono ancora oggi.

Ovviamente, agli albori, i caratteri cinesi venivano tracciati con pennello e inchiostro; oggi i caratteri stampati hanno perso la finezza e la precisione di quelli originari, ma la scrittura è rimasta fedele a se stessa, pur semplificandosi col tempo.

Se per gli egizi la scrittura era un dono degli dei, per i cinesi la sua nascita è leggendaria.

All’origine della scrittura vi sarebbero tre imperatori, uno di essi, Huang Che, pare abbia tratto i caratteri dallo studio dei corpi celesti e dalle impronte degli uccelli e degli animali.

La scrittura veniva usata anche a scopi divinatori: i sacerdoti scrivevano domande su un lato delle scaglie di tartaruga, poi avvicinavano il rovescio a un fuoco acceso a est e traevano le risposte dalle fenditure causate dal calore.

Gli inizi della scrittura sono simili per molte civiltà: i primi tentativi sono stati ovunque, disegni, pittogrammi o combinazioni di pittogrammi.

Esempi di queste prime fasi hanno somiglianze notevoli tra loro, pur essendo state prodotte da civiltà molto diverse.

I pittogrammi poi, evolvendosi, hanno acquisito una sempre maggiore stilizzazione, ma i caratteri cinesi consentono tuttora, di ravvisare le sembianze degli antichi pittogrammi da cui si sono originati, fornendo a questa scrittura una dimensione poetica.

La lingua e la scrittura cinese hanno una particolarità importante: a seconda della grafia, uno stesso suono può significare più cose.

In Cina, la scrittura è un elemento di unità linguistica perché la lingua parlata è totalmente differente dal nord al sud.

Se pensavate fossero complicati i geroglifici, ora sarete sopraffatti.

Ogni carattere si deve inscrivere in un quadrato perfetto. In generale, è composto da: una chiave che fornisce il senso e una parte, fonetica, che dà indicazioni sulla pronuncia. Inoltre, bisogna seguire un ordine preciso per tracciare i tratti che compongono i caratteri stessi.

Il cinese quotidiano si legge da sinistra a destra, ma quello colto e la poesia dall’alto in basso e da destra a sinistra.

Tenete pronta un’aspirina perché…

la storia continua…

Storia della scrittura: dai geroglifici agli emoticon #2 Egizi. La scrittura è un dono degli dei

geroglifici egizi

Verso il 2000 a.C., gli accadi (antenati semiti degli arabi e degli ebrei) dominano l’intera Mesopotamia.
La scrittura cuneiforme è una scrittura vera e propria, consente di lasciare traccia della lingua parlata ed è un altro modo di comunicare ed esprimersi e in questo periodo viene utilizzata per mettere “nero su bianco” le più svariate cose: dalla corrispondenza fino agli inni religiosi.

La scrittura moltiplica i suoi usi, ma resta un’arte di pochi: i maestri di scrittura costituiscono una casta aristocratica molto potente.

I segni cuneiformi non sono però gli unici sulla piazza: nel vicino Egitto e nella lontana Cina nascono altri sistemi di scrittura.

La scrittura geroglifica, rispetto a quella cuneiforme, è poetica e viva, composta com’è da disegni stilizzati in modo splendido.
Le prime iscrizioni geroglifiche risalgono al III millennio a.C., anche se pare che tale scrittura fosse già in uso nei secoli precedenti.

Gli Egizi hanno elaborato un sistema grafico che può esprimere ogni cosa e sono in grado di riprodurre quasi completamente la lingua parlata.

L’originalità di questa scrittura risiede nel fatto che è composta da tre tipi di segni:

  • pittogrammi, disegni stilizzati che rappresentano oggetti o esseri animati, con delle combinazioni di segni che esprimono le idee;
  • fonogrammi, gli stessi disegni o altri che rappresentano dei suoni.
  • determinativi, segni che permettono di sapere di quale categoria di oggetti o di esseri animati si tratta in quel contesto.

In gran parte dei casi, i geroglifici si leggono da destra a sinistra, seguendo l’orientamento delle teste di uomini o uccelli.

A volte, però, le cose non sono così semplici: un’iscrizione posta in prossimità di una statua di un dio importante o di un faraone, costringerà i profili delle iscrizioni a girarsi verso di essa, comportando una mutazione nella direzione della lettura, e questo complica non poco l’interpretazione.

Il problema del verso di lettura non è una questione trascurabile: i geroglifici possono andare dal basso in alto o alternativamente, una riga da sinistra a destra e la successiva al contrario. Questo tipo di scrittura viene definito bustrofedico (ricorda il movimento del bue che procede avanti e indietro sui solchi del campo).

C’è di che farsi venire il mal di testa!

In ogni caso questi segni possiedono una bellezza che va al di là del loro significato: uno spettacolo per gli occhi anche oggi, a distanza di tanti secoli.

Dai primi esempi di utilizzo quotidiano, gli Egizi passano a usare la scrittura per raccontarci la loro storia: gli avvenimenti importanti, le battaglie, i matrimoni.

La loro letteratura è molto ricca: massime morali, romanzi d’avventura, poesie, fiabe, trattati di arte, magia, medicina, cucina.

Vi consiglio di non leggere i testi nella stesura originale e soprattutto, di non provare qualche loro ricetta di cucina, senza prima aver almeno consultato la stele di Rosetta o un esperto di geroglifici.

la storia continua…