La cornice narrativa: un conveniente artificio letterario

La cornice narrativa un conveniente artificio letterario

La cornice narrativa è un espediente letterario di grande utilità; è una sorta di collante, un’efficiente intelaiatura impiegata principalmente nelle raccolte di novelle.

La cornice in letteratura è una tecnica molto utile per dare unitarietà a un’opera narrativa e per consentire una narrazione a più livelli. È una specie di guscio che contiene altre storie e l’autore la utilizza per costruire un racconto nel racconto, una storia dentro un’altra storia.

La cornice serve a manipolare l’intreccio e rappresenta un’alternativa alla fabula.
Essa fornisce unitarietà alla varietà di voci narranti e all’impiego di diversi livelli di narrazione. Rappresenta un’efficace intelaiatura, studiata in particolare per dare compattezza e unità alla forma letteraria della novella.
Grazie a tale sistema, le novelle possono essere raccontate da narratori diversi, descritti nella cornice, e saranno comunque legate da un contesto comune.

Il primo esempio di cornice narrativa compare nella letteratura indiana, nella raccolta “Pañcatantra”, scritta in sanscrito. Altri esempi successivi, sempre nella letteratura indiana sono la raccolta “Kathasaritsagara” del secolo XI.

Tra gli esempi più noti di questo artificio letterario, ricordiamo “Le mille e una notte”, dove a fare da cornice è la vicenda della saggia Sharāzād che, per salvarsi la vita, intrattiene il sultano, raccontando novelle incatenate fra loro.

Altri testi che utilizzano la cornice narrativa sono:

  • il “Libro de’ sette savi”, una raccolta medievale di novelle di origine orientale
  • Il “Decameron” di Giovanni Boccaccio, una raccolta di cento novelle
  • “Il Pecorone” di Giovanni Fiorentino (XIV secolo), raccolta di cinquanta novelle
  • Il “Novelliere” di Giovanni Sercambi (XIV secolo), raccolta di centocinquanta novelle
  • “L’Avventuroso Ciciliano”, sorta di romanzo trecentesco di Busone da Gubbio
  • “Le piacevoli notti”, settantacinque novelle di Giovanni Francesco Straparola (XV – XVI secolo)
  • “I racconti di Canterbury” (The Canterbury Tales), raccolta di 24 racconti scritti in medio inglese (Middle English, nome dato alla fase storica seguente all’inglese antico, parlato nel periodo tra l’invasione normanna e il tardo Rinascimento inglese) di Geoffrey Chaucer
  • gli “Ecatommiti”, raccolta di cento novelle (113 con le 10 dell’esordio e 3 incidentali) di Giambattista Giraldi Cinzio (XVI secolo)
  • “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille”, raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile, pseudonimo anagrammatico di Gian Alesio Abbattutis, edite fra il 1634 e il 1636 a Napoli. L’opera è nota anche con il titolo di “Pentamerone” (cinque giornate)
  • “Le città invisibili”, romanzo pubblicato nel 1972 di Italo Calvino
  • “Il bar sotto il mare”, raccolta di racconti pubblicata da Stefano Benni nel 1987
  • “Pastorale americana”, romanzo scritto nel 1997 da Philip Roth
  • “Raccontami una storia speciale”, romanzo di Chitra Banerjee Divakaruni (2011)

L’espediente della cornice non rappresenta un elemento fittizio aggiunto dall’esterno a scopo decorativo. Ha invece un grande valore strutturale e compositivo e svolge varie funzioni.
A livello stilistico, giustifica e compensa la difformità del linguaggio e la diversità degli argomenti e dei registri stilistici. A livello artistico, consente allo scrittore di prendere le distanze dal testo. A livello morale, permette all’autore di discostarsi da eventuali temi scabrosi. A livello letterario, permette di legare la struttura narrativa dell’opera alla tradizione.

Spazi narrativi: il luogo spesso condiziona la storia

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Vi siete mai chiesti quanto gli spazi narrativi dove si svolge una storia possano influenzare la narrazione?

Leggendo alcune storie ho notato quanto gli spazi narrativi siano influenti sia per la formulazione di una storia sia per il suo svolgimento.

Le mie prime considerazioni relative all’importanza degli spazi narrativi non sono venute da un testo letterario ma da un’opera musicale.
Il suggerimento, però, veniva da un libro, Le opere di Verdi di Julian Budden: analizzando la partitura dell’Otello ho riscontrato quanto accennato dall’autore del libro.

Mentre la storia procede, si assiste a un vero e proprio restringimento degli spazi.
Dall’ampiezza dei luoghi pubblici lentamente e inesorabilmente la musica di Verdi e la struttura del testo di Boito (autore del libretto) ci spingono con determinazione verso la scena conclusiva, dove si consuma il dramma: la stanza di Desdemona.
In quella stanza siamo confinati per assistere al suo omicidio, ovvia conclusione di una tragedia, costruita proprio sulla riduzione, anche psicologica, delle alternative possibili, fino a giungere all’unica soluzione paventata sin dall’inizio della storia: la morte, appunto, grazie alle abili macchinazioni di Jago che spingono la gelosia di Otello al limite.

L’ambientazione di una storia, quindi, è importante e vincolante, sin dall’inizio della narrazione.

Ho notato le stesse scelte in un autore di gialli, Simon Beckett.
Nei due gialli che ho letto, lo scrittore sceglie di proposito dei luoghi “ristretti”:

  • un piccolo paese dove tutti si conoscono e non vedono di buon occhio gli estranei, anche se da diversi anni vivono accanto a loro;
  • un’isola dove chiunque venga dalla terraferma è considerato quasi una minaccia o comunque, è guardato con diffidenza dagli isolani.

Queste premesse sono più che sufficienti per scatenare rapidamente gli animi non appena si crea una situazione critica, nella fattispecie, un omicidio. Si assiste a un rapido surriscaldamento che fa aumentare in modo spasmodico la tensione, e il restringimento spaziale conduce a un restringimento psicologico.

Gli estranei sono una minaccia, sono loro la causa di ogni male e questo rende la situazione esplosiva: una vera pentola a pressione e i lettori sono divisi tra la risoluzione dei crimini e il timore che qualcosa di ben peggiore possa accadere, quando la logica ha perso ogni potere.
Il tutto, il più delle volte, a favore dell’assassino che trae indubbi vantaggi dalla ristrettezza mentale e dalla diffidenza delle persone.

Quando leggerete il vostro prossimo libro riflettete sulle ambientazioni, sugli spazi narrativi costruiti dall’autore e chiedetevi:
quanto la scelta dei luoghi ha condizionato la storia?
quanto lo scrittore è riuscito a coinvolgermi grazie alle collocazioni spaziali che ha scelto per la sua narrazione?