Parole come metafore di vita: Das Stehaufmännchen

Giocattolo bambini misirizzi

Amo le parole in genere e se non ne conosco il significato corro a consultare un dizionario, operazione davvero semplice, oggi come oggi, disponendo di internet: con pochi click il problema è rapidamente risolto.
Amo anche lo studio di altre lingue e mi affascinano le similitudini e le differenze tra le parole, la loro origine e anche le storie e i significati che ruotano attorno a loro.

Al momento sto affrontando lo studio del tedesco e questo mi garantisce un appuntamento fisso il mattino presto con la Deutsche Welle, una rivista online che spazia tra argomenti di vario genere: notizie di politica, arte, musica, storia, ecc.

Scandagliando il sito della rivista online, alla ricerca di articoli comprensibili al mio livello di studio, mi imbatto spesso in argomenti curiosi e interessanti.
Una rubrica che non delude mai di questa rivista è: “Wort der Woche” (La parola della settimana) che tratta curiose parole composte (una magia prettamente tedesca) o parole che sono legate a detti e modi di dire curiosi.

Questa settimana ho scoperto questa parola: Das Stehaufmännchen (giocattolo dalla base tondeggiante, fortemente appesantita) che definisce quegli oggetti per bambini, pupazzi con sembianze umane un po’ bizzarre o animalesche che hanno la caratteristica di non cadere mai, bilanciati come sono per tornare sempre al “punto di partenza” e cioè in equilibrio sulla loro sfera su cui sono stabilmente poggiati.

Questo articolo mi ha colpito perché il curioso oggetto in questione, almeno secondo la lingua tedesca, è usato come metafora per definire le persone che nonostante grandi difficoltà incontrate nella vita o gravi crisi da superare riescono comunque a rialzarsi e a riprendere la propria vita.

Mi è sembrata una bella metafora di vita per cui auguro a tutti di: „Hinfallen, Aufstehen, Krone richten, weitergehen“. (Cadere, alzarsi, raddrizzare la corona e andare avanti).

L’influenza di Martin Lutero nell’evoluzione della lingua tedesca

Lutherbibel Bibbia tradotta da Lutero

In occasione dell’anniversario dell’affissione delle 95 tesi alle porte della chiesa di Wittenberg, che hanno dato inizio alla Riforma protestante, è importante sottolineare il ruolo avuto dal monaco Martin Lutero (1483 – 1546) nell’evoluzione della lingua tedesca.

Di fatto, Lutero ha cambiato per sempre l’approccio alle traduzioni da altre lingue, cogliendone l’aspetto fondamentale che non sono pure e semplici trasposizioni, ma opere complesse che hanno come obiettivo primario il destinatario del testo nella lingua di arrivo.
Lutero attuò la sua “riforma linguistica” mettendo mano alla traduzione della Bibbia. Fu l’unico a utilizzare, oltre al testo latino, anche quelli originali ebraici e greci, per pervenire, poi, a “una lingua sintatticamente semplice, foneticamente chiara e semanticamente trasparente, quella utilizzata dalla cancelleria della Sassonia, badando però anche al tedesco comunemente parlato dalla gente al lavoro“.

Il suo obiettivo era offrire una lettura quotidiana e personale al popolo e, per far questo, c’era la necessità di conoscerse la “sua” lingua.
Il suo lavoro non si limitò a rendere comprensibile a tutti un testo sacro, ma tenendo in considerazione i lettori più che la sacralità del testo e privilegiando il senso rispetto alle parole, consentì al popolo di comprendere con più chiarezza ciò che leggeva, tanto che la sua opera di traduzione offrì a molti di imparare a leggere e a scrivere e ad assimilare indirettamente un nuovo modo di parlare, con espressioni e termini nuovi.

L’enorme influenza che la traduzione della Bibbia da parte di Lutero ha avuto sulla lingua tedesca è l’eredità più importante che ha lasciato ai posteri.
Nella lingua contemporanea, parole e locuzioni coniate da Lutero sono ancora perfettamente comprensibili e di uso corrente, anche se la maggior parte delle persone non ne conosce la provenienza.

Anglicismi: li usiamo senza rendercene conto?

Handy con bandiere

Nella lingua che parliamo oggi che rispecchia la nostra vita sempre più “social”, senza renderci conto utilizziamo tantissime parole che suonano “inglesi” e di cui forse non conosciamo neanche il significato nella lingua da cui le abbiamo prese in prestito.

Proprio così: in prestito. Infatti quando parliamo di “anglicismo” facciamo riferimento ad una parola che abbiamo trasferito dall’inglese alla nostra lingua, a volte anche snaturandone il significato.

Ciò accade anche nella lingua tedesca che tende sia a trasformare la parola dal punto di vista ortografico ma anche ad assimilarla talmente tanto da cambiarne completamente il significato fino al punto che un tedesco o austriaco o svizzero conoscono quella parola solo nel contesto in cui viene usata in tedesco.

Facciamo qualche esempio: mentre in italiano si utilizza la parola “cellulare” o “smartphone” in tedesco il termine corrispondente è “Handy”.
Il tedesco in questo come in altri casi non ha preso in prestito la parola inglese “smartphone” ma ne utilizza una che ha radicalmente integrato. Infatti “handy” in inglese è un aggettivo e significa “pratico”, “facile da utilizzare” ma il suo uso in tedesco risale agli anni 30. Infatti dei dispositivi prodotti per il settore militare anziché essere chiamati “walkie talkies” venivano chiamati “handie talkies” proprio per evidenziare la loro grande facilità d’uso. E così poi con il passare degli anni questa espressione si è trasformata da “handie” a “Handy”: naturalmente con la lettera maiuscola perché in tedesco è una regola per i sostantivi.

Che cosa capirebbe un inglese sentendo dire “Public Viewing”?
Penserebbe a qualcosa di brutto e cioè ad una persona il cui corpo viene esposto al pubblico dopo la sua morte. Invece in Germania questa espressione è associata a qualcosa di divertente e conviviale, ovvero alla visione di una partita o evento sportivo proiettati su un maxi-schermo. In questo caso il tedesco ha preso alla lettera i significati di public e viewing.

E se un tedesco dicesse di possedere una “Oldtimer”?
Beh, sarebbe proprietario di un’automobile d’epoca, perché questa parola in tedesco indica un veicolo storico, solitamente che ha più di 30 anni. Si tratta di una parola composta da “old” e “timer” poiché in tedesco si tende a creare parole componendole. E se dicessi old timer ad un inglese? Penserebbe a una persona anziana, un veterano che per via della sua età ha una grande esperienza.

Possiamo definire tutte queste parole degli anglicismi?
In realtà la VDS, ovvero Verein der deutschen Sprache (Società per la lingua tedesca) li definisce “pseudo-anglicismi” proprio perché assumono un altro significato in tedesco. Questa istituzione è nata per difendere la lingua tedesca dall’uso sempre più diffuso di anglicismi ed ha stilato un elenco di tutti quelli che vengono utilizzati in tedesco. Ciò che la VDS sottolinea è il fatto di importare parole inglesi per sostituirle a parole tedesche in un determinato contesto senza riflettere più di tanto. Ciò sarebbe dovuto a un senso di “obbedienza” o “sottomissione” nei confronti della lingua inglese che però va a scapito del tedesco, impoverendolo.

Tutto ciò è sicuramente vero, anche perché nonostante tutti noi siamo amanti della lingua inglese, è importante continuare a mantenere viva la nostra lingua che ha una grande ricchezza. In un altro post avevamo parlato delle parole “intraducibili” ovvero che esprimono un significato talmente profondo da non trovare un termine corrispondente che trasmetta esattamente lo stesso significato nella lingua di destinazione. Il caso degli anglicismi però è molto diverso perché non si tratta di parole intraducibili, ma semplicemente di una contaminazione linguistica.

Tutto questo sta avvenendo anche in italiano?
Sicuramente sì, visto che ogni giorno siamo invasi da una miriade di parole che impariamo a usare e usiamo senza neanche renderci conto… ne parleremo nel prossimo post!

Le frasi idiomatiche in tedesco come espressione di una cultura

Kartoffeln patateQuando pensiamo alla lingua tedesca, la prima impressione è quella di una lingua estremamente logica, inflessibile nelle regole che la caratterizzano e “dura”.

In realtà se la si inizia a conoscere ed a studiare in maniera approfondita, spinti da un interesse che deve essere davvero profondo, si comprende che da un lato il tedesco ha certamente queste caratteristiche ma dall’altro troviamo una grandissima, anzi infinita varietà di verbi, espressioni idiomatiche che la rendono vivace e particolarmente interessante. Questi due aspetti del tedesco possono sembrare antitetici, in realtà sono due facce della stessa medaglia attraverso le quali questa lingua vive ed è in continua evoluzione.

Ogni lingua per i suoi modi dire utilizza delle espressioni che si rifanno ad alcuni aspetti culture-bound, ovvero legati alla propria cultura.

In tedesco, tantissimi modi di dire sono legati al cibo e questo fatto può sembrare strano visto che la Germania o l’Austria non sono poi così rinomate per il cibo. Però la domanda da porsi è: ci sono degli elementi tipici della varietà culinaria tedesca? La risposta è: le patate, famosissime “Kartoffeln” in tutto il mondo.

Per questo possiamo ritrovare innumerevoli espressioni idiomatiche che citano le patate, ad esempio: “Die dümmsten Bauern haben die dicksten Kartoffeln” ovvero “Le patate più grandi crescono sempre nel campo del contadino più stupido”. In italiano non esiste un modo di dire simile ed il significato è che anche le persone che si impegnano di meno e non sono troppo intelligenti possono avere successo o gratificazioni in poco tempo. Un’altra espressione particolarmente significativa è “Rein in die Kartoffeln, raus aus den Kartoffeln”. Viene utilizzata per indicare che qualcuno prende delle decisioni contrastanti, tende a cambiare spesso idea. Questa espressione ha un’origine precisa: infatti durante la guerra spesso venivano dati ordini contrastanti alle truppe. Dapprima veniva loro ordinato di entrare in un campo di patate per mimetizzarsi meglio e poco dopo di lasciare il campo per evitare danni alle colture.

Un altro elemento importante nella cultura tedesca è il pane, con le sue tante varietà.

Ritroviamo un modo di dire molto utilizzato “gehen weg wie warme Semmeln” (vengono comprati come i panini caldi) per indicare che dei prodotti vanno molto a ruba tra la clientela. Infatti i “Semmeln” sono panini e viene utilizzata proprio questa parola perché i panini sono un alimento molto amato da tutti.
C’è poi un altro modo di dire con “Brot”: “ein halbes Brot ist besser als gar keins”. Questa ha un corrispondente in altre lingue, tra cui l’italiano e si può tradurre con “meglio un uovo oggi che una gallina domani”. Anche in inglese ritroviamo la stessa metafora “better an egg today than a hen tomorrow”. In tedesco questo sottolinea la grande importanza del pane nella cultura germanica.

Nei modi di dire tedeschi non può mancare la “Wurst” che nei paesi di lingua tedesca si produce in tantissimi modi diversi.

Un modo dire che risale al Medioevo è: “Alles hat ein Ende, nur die Wurst hat zwei”. Letteralmente significa: tutto ha una fine, soltanto la salsiccia ne ha due. Infatti a prescindere da dove si inizia una cosa, questa poi avrà una fine. L’unica cosa che non avrà mai fine sono le salsicce. Possiamo ben capire perché!
Che cosa intendiamo con “das ist mir wurscht” o “das ist mir Wurst”? In italiano diremmo che qualcosa ci fa un baffo, non ci tange assolutamente. E se diciamo a qualcuno “armes Würstchen”? Gli o le stiamo dicendo: poverino/a! Questa persona si trova in una situazione difficile e vogliamo esprimerle la nostra comprensione. Perché proprio “Würstchen”? Perché pensiamo alla fine che farà essendo appesa al gancio prima di essere acquistata.
In senso positivo viene utilizzato anche questo modo di dire “eine Extrawurst kriegen” ovvero ricevere qualcosa in più degli altri, ricevere un trattamento preferenziale. Si può riferire a qualsiasi situazione in cui qualcuno ottiene qualcosa in più (tempo libero, soldi o qualcosa da mangiare nel vero senso della parola).
Possiamo anche qui ritrovare la grande importanza che questo piatto ha nella cultura culinaria dei paesi germanofoni.

I modi di dire e le espressioni che abbiamo spiegato sono molto significativi perché hanno delle origini antiche e allo stesso tempo rispecchiano pienamente la cultura e la storia da cui hanno origine.

Non esiste una traduzione assolutamente identica dei modi di dire da una lingua all’altra, a volte ci possono essere delle espressioni corrispondenti ma nella maggior parte dei casi si possono soltanto fare delle parafrasi o trovare un modo di dire che rispecchia il significato di quello della lingua di partenza. In ogni caso, quello di cui bisogna sempre tener conto è che i modi di dire sono talmente tanti che rappresentano una lingua nella lingua in continua evoluzione ma che mantengono sempre le proprie radici nel tempo.