Un evento d’eccezione per i trent’anni del premio Tiberini

Sabato 25 novembre 2023 a San Lorenzo in Campo (PU) si è tenuta la XXX edizione del Premio lirico internazionale Mario Tiberini.

Quest’anno al tradizionale prestigio dell’evento si è aggiunta una singolare novità, che ha reso irripetibile l’appuntamento musicale. Si tratta dell’esecuzione e relativa registrazione in prima mondiale assoluta delle musiche ritrovate da Giosetta Guerra, biografa del tenore Tiberini, composte dal tenore stesso, da suo figlio e da musicisti dell’epoca che le hanno dedicate al tenore.

Nell’accogliente cornice del Teatro Tiberini, in un clima familiare, abbiamo assistito all’esecuzione di 19 brani. Queste eccezionali chicche sonore sono il risultato del lavoro certosino fatto da Giosetta Guerra, che, grazie a una laboriosa attività di ricerca, è riuscita a raccogliere queste musiche inedite per proporle nell’edizione di quest’anno del premio a un folto e interessato pubblico.

Chi, come me, ha assistito allo spettacolo ha potuto appurare che Mario Tiberini (San Lorenzo in Campo 8 settembre 1826 – Reggio Emilia 16 ottobre 1880), non è da celebrare solo per la sua carriera di talentuoso tenore, conteso da tutti i più importanti teatri, ma anche per la sua valenza compositiva.
I brani sono inni, marce militari, stornelli patriottici, ma anche arie da camera di stampo sentimentale. In pratica, in queste composizioni emerge con chiarezza l’impegno politico di Tiberini, che aveva particolarmente a cuore la causa italiana, infatti la sua vita artistica si è saldamente intrecciata alla storia del Risorgimento italiano.

Il nutrito e piacevole programma è stato il seguente:

  1. Speranza Polka (musica di Mario Tiberini padre) eseguito al pianoforte dal Maestro Lorenzo Bavaj
  2. Stornelli patriottici (musica di Mario Tiberini padre) cantato dal tenore Enrico Giovagnoli
  3. Inno ginnastico (musica di Mario Tiberini padre) cantato dal soprano Anna Caterina Cornacchini
    insieme al coro Jubilate
  4. Improvvisata (musica di Mario Tiberini figlio) eseguito al pianoforte dal Maestro Lorenzo Bavaj
  5. Il mio bambino lontano (musica di Luigi Luzzi) cantato dal soprano Francesca Carli
  6. La fata (musica di Luigi Luzzi) cantato dal tenore Enrico Giovagnoli
  7. Beatrice polka (musica di Mario Tiberini figlio) eseguito al pianoforte dal Maestro Lorenzo Bavaj
  8. Ai fiori (musica di Luigi Luzzi) cantato dal tenore Enrico Giovagnoli
  9. Di notte – marcia (musica di Mario Tiberini figlio) eseguito al pianoforte dal Maestro Lorenzo Bavaj
  10. Brano per banda “Alla regina Margherita” (musica di Mario Tiberini figlio) eseguito dal gruppo musicale Tiberini, diretto dal Maestro Daniele Bianchi
  11. Dammi un bacio (musica di Luigi Luzzi) cantato dal tenore Enrico Giovagnoli
  12. Povero amore (musica di Luigi Luzzi) cantato dal soprano Anna Caterina Cornacchini
  13. Desiderium (musica di Luigi Luzzi) cantato dal tenore Enrico Giovagnoli
  14. Stornello d’amore (musica di Domenico Lucilla, primo maestro di canto di Tiberini) cantato dal tenore Enrico Giovagnoli
  15. Mio povero amor (musica di Bonamici) cantato dal soprano Anna Caterina Cornacchini
  16. Serenata d’un angelo (musica di Luigi Mancinelli) cantato dal tenore Enrico Giovagnoli
  17. Elegia (musica di Bernardi) eseguito al pianoforte dal Maestro Lorenzo Bavaj
  18. Amore (musica di Gaetano Palloni) duetto eseguito dal tenore Enrico Giovagnoli e dal soprano Francesca Carli
  19. Wedding flowers (musica di Mario Tiberini padre) eseguito da Giovanni Scaramuzzino alla chitarra e da Francesco Scaramuzzino al mandolino

Gli interpreti della serata hanno messo in mostra tutte le loro qualità espressive e le loro capacità tecniche.
I brani eseguiti rientravano appieno nel repertorio del belcanto ottocentesco e, pur essendo composizioni di autori non particolarmente noti al grande pubblico, non erano scevri di eleganza e bellezza.
Inoltre, a un ascolto attento, si poteva rilevare che dietro le venature romantiche erano celate notevoli insidie per gli esecutori che hanno superato brillantemente ogni scoglio, lasciandosi trasportare dal pathos dei versi, mettendone in luce le singolarità e cogliendo puntualmente con l’espressione vocale via via i momenti drammatici, quelli gioiosi o giocosi.
In vari brani è emerso anche lo spirito risorgimentale, così come non sono mancati momenti più spensierati o appassionati afflati amorosi.

Il maestro Bavaj si è brillantemente espresso nei brani solistici e come accompagnatore dei cantanti.
I brani solo strumentali sono stati eseguiti in modo impeccabile, lasciando trapelare ogni intento dei vari compositori, mentre i brani di sostegno alle esibizioni vocali hanno visto un accompagnamento puntuale in cui voci e strumento si fondevano o si scambiavano i ruoli in una perfetta e armonica simbiosi.

Piacevole l’esecuzione della banda e del duo Scaramuzzino, padre e figlio (proprio come i Tiberini) che hanno chiuso il gradevolissimo spettacolo musicale.

Alla fine del concerto è stato consegnato il Tiberini d’oro al tenore Enrico Giovagnoli, “per rievocare di Tiberini vocalità e sembianze e per applicare arte scenica e canora all’opera lirica e ad altri generi musicali”.

Per concludere, aggiungo che la serata è stata impreziosita tra un brano e l’altro dagli interventi di Giosetta Guerra che ha raccontato in modo coinvolgente interessanti notizie sulla vita di Tiberini e sulla sua attività.
Da rilevare anche le “intrusioni” in veste di narratore/presentatore di Marcello Moscoloni, che ha introdotto i brani e anticipato i testi, successivamente cantati dai solisti.

Lo spettacolo si è concluso con il saluto di tutti gli artisti e gli organizzatori comprese le autorità sotto una pioggia di fiori e cuori.

Tra musica, gusto e letteratura: l’insalata di Rossini

insalata verde
Musica, letteratura e gusto: linguaggi diversi per una ricetta tutta culturale

Prendete dell’olio di Provenza, mostarda inglese, aceto di Francia, un po’ di limone, pepe, sale, battete e mescolate il tutto; poi aggiungete qualche tartufo tagliato a fette sottili. I tartufi danno a questo condimento una sorta di aureola, fatta apposta per mandare in estasi un ghiottone”.

La scelta di una ricetta di Gioachino Rossini: un’insalata, ideata a Roma, durante le prime rappresentazioni del Barbiere di Siviglia, è stata un’innocua provocazione per introdurre una breve riflessione sulle similitudini fra linguaggi all’apparenza molto diversi.

Rossini non era solo un genio della musica, ma era anche un amante della buona cucina (testimoni sono le sue famose cene nella Villa di Passy, gli innumerevoli accenni al cibo nelle sue lettere e i riferimenti gastronomici e culinari nelle sue composizioni musicali). Inoltre, le sue opere sono talmente ricche di spunti, di vitalità, di possibilità sonore e di infinite suggestioni che mi sembrano adatte a reggere il paragone con un discorso sulle affinità fra musica, letteratura e gusto.

Ognuno di questi diversi linguaggi segue una sua grammatica, delle regole che ne delineano la struttura, ne irreggimentano lo sviluppo e in tal modo ne consentono la crescita. Tutti e tre sono linguaggi complessi e hanno un bagaglio storico e territoriale che ne ha condizionato le direzioni, mentre le convenzioni, le mode e perché no anche qualche elemento casuale, forse più d’uno, ne hanno tratteggiato sapientemente i confini.

Ciascuno risponde ad uno o più sensi umani: orecchio, occhio, olfatto; tutte sono accomunate dall’unico regista che ne orienta le scelte: il cervello.

Lo spazio e il tempo sono essenziali per la nascita e per l’espressione di ognuno di questi linguaggi.
Tutti sono nati per comunicare e condividere e ognuno di essi ha contribuito e contribuisce, nel suo peculiare modo, a tracciare e definire i valori di una società, per questo andrebbero preservati e curati con grande attenzione.