Lavori in corso

Cartello lavori in corso

Sto lavorando ad un giallo natalizio che spero di riuscire a mettere online prima delle feste.

Sono immersa nelle ricerche, perché per essere credibili e soprattutto per evitare di scrivere un cumulo di sciocchezze bisogna documentarsi a fondo sugli argomenti che si intendono trattare nelle proprie storie.

Ho il naso immerso nei manuali e nella contemporanea lettura di gialli per cogliere suggerimenti sulla descrizione dei personaggi, per valutare con attenzione, oserei dire misurata, descrizioni, ambientazioni, atmosfera nella quale personaggi e vicissitudini si caleranno.

È necessario un lavoro di grande equilibratura, perché quando si scrive un giallo (qualcuno saggiamente mi ha fatto notare) non è prudente dilungarsi o divagare troppo con lo sguardo perso tra le nuvole, perché anche un’occhiata alle nuvole deve rientrare nella storia.

Anche le divagazioni devono necessariamente far parte di un processo sottile che sostiene e nutre la strategia della narrazione.

Un giallo è fatto di meccanismi molto delicati che vanno rispettati. Diciamo che ogni cosa va vista nell’economia del fatto principale: di solito qualcuno muore e qualcun altro indaga, il resto però non è solo cornice, ma è un misurato e studiato contorno che, oltre a garantire una forma piacevole, deve seguire l’andamento degli avvenimenti.

In questo momento sto ragionando intensamente sui personaggi e sono riuscita a creare un’insolita correlazione.

I lavori sono in corso…

Dante Alighieri, i social media e i “gironi” di internet

Riratto di Dante di Botticelli

Oggi delle domande oziose mi sono sorte alla mente.

Chissà quanto e come avrebbero potuto influire i social media e internet, in generale, nella scrittura di Dante?

Con quali simboli avrebbe rappresentato nella sua “Divinaemoticon, tag, tweet e ogni sorta di “diavoleria” internettesca?

Le url sarebbero state schedate come gironi?

Ma soprattutto, cosa nel mondo degli internauti avrebbe rappresentato per il sommo poeta il Paradiso?

Ai posteri l’ardua sentenza?

 

La scrittura di Ed McBain e i “cambiamenti climatici”

nuvole
“In una bella giornata di primavera la gente non pensa alla morte”.

Questo è l’incipit di “Lungo viaggio senza ritorno” di Ed McBain.
Ho appena terminato di leggerlo e uno degli aspetti che più mi ha colpito di questo libro sono le condizioni atmosferiche che per contrasto introducono e scandiscono l’azione: quella dell’assassino.

Quest’uomo che imbraccia un fucile e uccide dai tetti della città, misterioso e letale, a dispetto delle magnifiche giornate primaverili, continua ad uccidere anche se “è l’autunno il tempo adatto a morire, non la primavera. L’autunno stimola i pensieri lugubri, invita alle fantasie macabre, favorisce i desideri di morte, con lo spettacolo malinconico del declino della natura […] Muore tanta gente, in autunno. Tutti i giorni“.

Dopo una tirata iniziale che coinvolge persino il Codice Penale, additando come un crimine ulteriore la “Morte in primavera“… avviene il primo omicidio di un ignaro buon cittadino che non pensava alla morte in quella splendida giornata che per lui sarà l’ultima.

Ovviamente, non è l’unico scrittore che utilizza l'”espediente climatico” per favorire una storia, per creare l’atmosfera.
Qui per contrasto, in altri casi, il tempo “va a braccetto” con i sentimenti o le emozioni dei personaggi della storia oppure serve a preannunciare qualcosa di misterioso o terribile che sta per accadere.
Chi non ricorda il fortunato tormentone:

Era una notte buia e tempestosa…

L’assassino va in scena: tra le note di Mozart e le vie di Salisburgo

Insegna cover assassino va in scenaMozart è il filo conduttore di una serie di efferati omicidi.
Saverio, un famoso organista, si trova coinvolto nelle indagini, ad aiutarlo un prezioso amico e un simpatico cane.
I tre detective in erba e Schneider, il tenace ispettore di polizia, dovranno districarsi tra dettagli curiosi e cifrari segreti, immersi nella stupenda cornice della città di Salisburgo che non si limiterà a fare da sfondo a questa intrigante storia.

Questi sono i punti salienti del mio giallo che è nato da un’immagine: un Papageno morto con un Glockenspiel accanto.

Papageno, uno dei personaggi chiave del Flauto magico di Mozart mi ha indicato la strada da seguire per quella che considero un’affascinante avventura “scrittoria” che si è conclusa da poco.

L’ambientazione è, appunto, Salisburgo, non solo perché è il luogo di nascita di Mozart, ma anche perché l’ho vista con i miei occhi e mi ha letteralmente affascinato.
Un piccolo gioiello incastonato fra le montagne e, a sua volta, la città, in un gioco quasi di matrioske, incastona nel suo mezzo il Salzach, il fiume che divide o se preferite unisce le due parti di Salisburgo: quella nuova (Neustadt) e quella vecchia (Altstadt).

Ho pensato che fosse il posto giusto per lo svolgersi dei miei eventi: un luogo racchiuso e delicato come una pietra preziosa, la presenza invisibile ma costante della musica gioiosa e vitale di Mozart, contrapposti alle tracce oscure del male, un contrasto fantastico e affascinante.

La musica in questa storia ha una grande importanza perché, come per Saverio, il protagonista della mia storia, anche per me occupa un posto di rilievo nella mia vita: ha seguito e segue ogni mio passo come una fedele amica e lasciarsi guidare dai suoi suggerimenti mi ha sempre portato fortuna.

Buona lettura.

I personaggi: gioie e dolori del mestiere di scrivere

mano che scrive

Ho terminato di scrivere il mio primo giallo e ho già iniziato a lavorare al secondo.

In questo momento sono in una fase di sedimentazione: mi sono immersa nelle ricerche e nella documentazione; adoro questa parte del lavoro, così come lo scrivere in scioltezza quando le idee sono chiare e hanno bisogno solo delle dieci dita per essere trasferite su “carta”.

Inoltre, mi sto concentrando sui personaggi.

Ho letto o sentito da qualche parte che sono loro a condurre il gioco, la storia, insomma.
Un tic, un accessorio dell’abbigliamento un po’ vistoso, una piccola mania o una passione inconfessata possono produrre significativi cambiamenti in una storia.

In un libro, a differenza di ciò che accade nella vita, si riesce a creare un mondo “controllato”, dove gli incastri sono dettati dalle piccole differenze o similitudini che si riescono a trasferire sulla pagina, ma a volte, anche in questo “recipiente”, sarebbe meglio dire bicchiere, possono avvenire delle “tempeste” non previste.

Elementi fondamentali della scrittura: Punteggiatura… Mon Amour

segni punteggiatura

“Non c’è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto. Senza contare quello che può fare una virgola”. (Isaak Babel‘)

Leggendo il libro “Questo è il punto” di Francesca Serafini ho riscoperto la magia della punteggiatura.

Quegli umili semplici segni che costellano le pagine regolandone il ritmo, la vivacità, la vita stessa a volte.

La punteggiatura assolve con dedizione al suo compito di rendere la pagina scritta vicina al parlato, ma la sua aspirazione più elevata è quella di rendere possibile la comunicazione, evitando fraintendimenti e nel libro ne vengono mostrati diversi di questi possibili “inconvenienti”, dove un punto o una virgola fanno davvero la differenza per quanto riguarda il significato di una frase.

Consiglio a lettori e scrittori di salpare per questi lidi a volte dimenticati, quelli dei “segni d’interpunzione”, quali novelli esploratori.
Il viaggio non sarà di certo noioso e consentirà di vivere nuove e inaspettate avventure…

L’importanza del dolore nella vita umana e le sue virtù

dolore

Ho finito da pochi giorni di leggere il libro di Gramellini “Fai bei sogni”.
Ma prima di scrivere ho dovuto rielaborare il qualcosa di indistinto che vagava nella mia testa alla ricerca di un’espressione.

Questo libro mi ha lasciato molte emozioni e mi ha fatto riflettere.
Le sue parole mi hanno consentito di valutare l’importanza del dolore nella vita umana.

Ritengo che il dolore sia una “malattia” necessaria per l’anima, per renderci consapevoli che la felicità esiste.

Sembra un controsenso, ma non lo è.

Dai contrasti con le persone che amiamo riusciamo a capire quanto possa essere importante una cosa.
Il dolore ci rende coscienti, presenti a noi stessi. Apre quella porta che ci conduce agli altri.

I passaggi del dolore a volte sono insoliti e ardui.
Si può passare dal sollievo del primo istante in cui abbiamo vissuto un lutto, alla fase del vuoto, quando si avverte la mancanza.

“Sentiamo” il silenzio come una presenza pesante, dove prima c’era una voce che ora non c’è più.
Avvertiamo uno spazio dove prima c’era un pieno.

Per questo le parole di Montale suonano piene di verità quando dicono:
Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama“.

Ora capisco il significato profondo di quelle parole.

La felicità non è altro che l’altra faccia del dolore.

Traduzioni: incomincia la nostra avventura in lingua inglese

banner Gialli in inglese

Finalmente due dei nostri ebook sono online in inglese.

Abbiamo deciso di tentare l’avventura con due thriller.
Murder Chronicle” e “The Bewitched Theatre“.

Il primo è un intrigante giallo, dove uno scrittore immobilizzato su una sedia a rotelle diventa testimone e cronista di un singolare caso di omicidio; l’altro invece è un divertente giallo per bambini, in cui c’è posto per dei curiosi topi e addirittura per un fantasma, sullo sfondo di un teatro stregato.

Siamo intenzionate a proseguire in questa direzione e presto ci saranno altri titoli disponibili in inglese.
Speriamo che questa novità venga accolta con piacere anche dai lettori.

La danza maledetta: un racconto, un mistero da svelare

La danza maledetta

Anna Rita Rossi

Due unici indizi: un manoscritto musicale antico e il ritratto di un misterioso scrivano. Due personaggi unici: un musicologo americano e uno strano ed inquietante sacerdote.”

Altra pillola ebook.

Intrigante il libro di Anna Rita Rossi, mi ha molto colpito la commistione tra le arti, visiva e musicale.

Nelle prime pagine, le uniche che ho potuto leggere, ho notato un inizio un pò ridondante, troppe volte l’autrice ha usato “Barrrymore”, ovvero ha chiamato il protagonista denotandolo con lo stesso nome, in troppe frasi vicine tra loro, solo nella parte iniziale. [ In questi casi sarebbe meglio cominciare a caratterizzarlo. Cosa intendo? Semplicemente al posto di usare sempre il nome, e solo quello, usare degli aggettivi, cominciare a descriverlo fisicamente, animarlo per il suo “mestiere” (il musicista, il professore etc etc).]

Questo si può superare guardando all’intreccio della storia: un libro non ancora decifrato, un incontro con una figura enigmatica e il protagonista al centro delle vicissitudini. Un mix perfetto. L’inzio è lodevole poichè l’autrice dosa bene, come è proprio dei musicisti, la forza da dare alle parole. La miscela corretta dunque porta il lettore a voler conoscere lo svolgimento dell’opera.

Stuzzica l’appetito