Se un giorno d’estate una viaggiatrice…

Se un giorno d'estate una viaggiatrice

Mentre si viaggia i pensieri corrono. Non è facile registrare lo stormo di idee che si muovono nella testa, mentre un treno sferraglia. La mente si riempie di sensazioni, di ricordi, di emozioni e, invariabilmente, di considerazioni, quasi filosofiche, che sembrano trovare terreno fertile nel viaggio, nello scorrere rapido dei paesaggi che altro ancora richiamano e altre idee e altre parole creano…

Sono di nuovo sul treno per Milano e la vita mi sembra correre come questo vagone tra l’azzurro del mare e i tetti delle case.

Tutto sembra sfuggire, come i particolari che non riesco a decifrare al di là del finestrino.
Perdiamo sempre qualcosa: i personaggi dei libri che muoiono – sì, muoiono anche loro -; certe abitudini che abbiamo ormai rinserrato nelle nostre giornate, nei mesi trascorsi, negli anni passati.

Bisogna cedere all’evidenza del cambiamento, della mutazione per la mutazione; del moltiplicarsi dei segni nuovi; dell’affacciarsi di cose nuove dentro cose vecchie, come albe e tramonti che ci danno l’illusione che tutto resti uguale, mentre niente è lo stesso, perché se il mondo e le cose che abbiamo attorno non cambiassero, siamo noi, inevitabilmente, a cambiare.

I giapponesi che, sicuramente, sui cambiamenti hanno riflettuto più di noi, hanno addirittura un termine ad hoc, per un specifico tipo di cambiamento: Kaizen (composto da KAI: cambiamento, miglioramento e ZEN: buono, migliore) che significa cambiare in meglio, miglioramento continuo.
Questa parola è stata coniata, nel 1986, da Masaaki Imai (Tokyo, 31 agosto 1930, economista giapponese, consulente sulla gestione della qualità), per illustrare la filosofia di business che sosteneva i successi dell’industria nipponica negli anni Ottanta.

Scrivere ai tempi del Coronavirus: poesia in… fumo #4

Scrivere ai tempi del Coronavirus poesia in... fumo 4

Mi sono chiesta: che cosa può fare uno scrittore in tempi di coronavirus per essere d’aiuto?
scrivere, ovviamente, liberando i propri pensieri…

Il fumo dei camini
sinuoso
si spinge verso il cielo.
In anse vaporose
disegnate dai vaghi e mutevoli
desideri del vento.

Emergenza Covid-19: lasciamo che il virus ci “contagi” il cuore

Emergenza Covid19 lasciamo che il virus ci contagi il cuore

Come ignorare un fenomeno che ci tiene incollati davanti alla TV o su internet a sondare dati, a sincerarci sulle nuove scoperte, a fare un bilancio di morti, guariti e contagiati?

Il virus, sani o malati, ci ha contagiato tutti.
Ha superato i confini delle nazioni ed è l’argomento principe ovunque: nei talk show, al telegiornale, sui social.

Ci sta facendo esplorare le nostre fragilità, la nostra solitudine, il nostro attaccamento alla vita; sta mettendo alla prova il nostro senso di responsabilità, ma anche il grado della nostra umanità, la capacità di essere solidali verso gli altri.
Ci ha messo davanti agli occhi che non possiamo più marciare da soli, che serve coesione, condivisione, empatia.

Abbiamo anche scoperto che ci sono moltissimi eroi, gente comune che si è ritrovata a dover fronteggiare con coraggio questa terribile emergenza: medici, infermieri, forze dell’ordine, sacerdoti, volontari, e non dobbiamo neppure dimenticare tutte quelle persone che ci consentono di portare in tavola il cibo: gli agricoltori, ad esempio, e tutte le persone legate a questa filiera, i trasportatori e i commessi che, anche nascosti dietro una mascherina, ci accolgono con gentilezza nei negozi, nei supermercati.

Come voi, sto sperimentando il tormentone #iorestoacasa e lo vivo bene: mi sto rendendo conto di quante cose ci sono da fare in casa e mi sento più vicina alle persone che condividono con me questa quotidianità.

Sperimento il desiderio di cercare sui social persone che non sento da un po’ e chiedo loro come stanno. Forse, sono anche più connessa di prima alle emozioni e ai sentimenti, perché ho più tempo per riflettere e sto riconsiderando la mia vita, le mie priorità, e so che, come voi, uscirò trasformata da questa esperienza.
Sono certa che una volta fuori da questa emergenza, i miei passi prenderanno un’altra direzione.

Questo virus danneggia i polmoni, uccide le persone, anche quelle che amiamo; sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale, ma ci ha anche fatto capire che dobbiamo guardare il mondo con occhi diversi, che solo uniti possiamo ottenere dei risultati, che dobbiamo salvaguardare il nostro pianeta, che dobbiamo aiutarci l’un l’altro, perché essere più umani non vuol dire essere deboli, e forse, da tutto questo, il nostro cuore uscirà rinnovato.

#DonneEBorse1

Donne e Borse 1
Devo comprarmi una gonna, larga e abbastanza lunga per coprire quello che non ho voglia di mostrare.

Deve essere comoda, morbida che lasci le gambe libere di muoversi. Forse è meglio un vestito, no meglio di tutto è se mi compro una borsa, grande e colorata per affrontare l’autunno.

Deve essere colorata per ricordarmi l’estate, capiente come quelle usate per andare in spiaggia e dentro devo metterci tutto, tutto quello che mi fa sentire viva, amata, protetta.

Non è così che noi donne decidiamo, a volte, di cambiare qualcosa nella nostra vita?
Non è questo un modo per spezzare la monotonia o una noiosa routine?
Allora perché non iniziare da una borsa capiente e colorata?

#DonneEBorse2