La Discrezione della Servitù: 1° caso per Fulgenzio Marcel dall’Orto

La Discrezione della Servitù 1° caso per Fulgenzio Marcel dall'Orto

Che cosa succede se un parrucchiere abbandona forbici e pettine per risolvere un omicidio?

Lo scoprirete se avrete voglia di avventurarvi tra le pagine dell’ultimo giallo firmato A.J. Evans.
Il protagonista, Fulgenzio Marcel dall’Orto, oltre al nome alquanto singolare, possiede un intuito sopraffino, utile non solo a individuare il miglior taglio o la perfetta acconciatura per ogni vip milanese che frequenta il suo salone, ma anche per condurre un’indagine che lo coinvolge da vicino…

Per altre informazioni, potete leggere l’intervista su questo racconto.

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Giallo: storia di un genere letterario di grande successo #1

Il genere letterario che va, almeno in Italia, sotto il nome di “giallo” ha avuto negli anni una grande fortuna. Negli anni ha visto mutare le ambientazioni, le figure degli investigatori, il suo contenuto e persino le sue finalità, ciò che è rimasto intatto è il fascino che ancora esercita sui lettori.

Il termine “giallo”, usato per definire un genere letterario, è valido solo nella lingua italiana e deriva dalla collana “I Libri Gialli”, concepita da Lorenzo Montano (pseudonimo di Danilo Lebrecht, 1893 – 1958; scrittore e poeta italiano) e pubblicata in Italia, dal 1929 in poi da Arnoldo Mondadori (1889 – 1971; editore italiano fondatore della omonima casa editrice).
Questa scelta editoriale ha influenzato il modo di riferirsi al genere poliziesco che, mentre nei paesi francofoni resta invariato (roman policier e polar), in Italia, mutuato dalle copertine gialle di Mondadori, sarà associato d’ora in poi a questo colore.

Parlare di storia del giallo significa fare riferimento alla storia del genere poliziesco, in quanto la nascita e lo sviluppo di nuove ramificazioni del genere si è verificata solo più avanti, con una produzione variegata che comprende: thriller, spy-story e giallo psicologico.

La nascita del genere giallo si fa risalire al mese di aprile del 1841, quando sulla rivista “The Graham’s Magazine di Filadelfia” fu pubblicato “The Murders in the Rue Morgue” (I delitti della Rue Morgue), un racconto di Edgar Allan Poe (1809 – 1849; scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, editore e saggista statunitense) in cui compare Auguste Dupin, investigatore che risolve i casi, senza neppure recarsi sulla scena del crimine, ma che trae indizi da resoconti giornalistici e sfruttando le sue incredibili capacità deduttive.

Sulla scia di Dupin, comparirà un altro infallibile detective, Sherlock Holmes dalla penna di Arthur Conan Doyle (1859 – 1930). La sua prima indagine sarà narrata nel romanzo “Uno studio in rosso”, del 1887.

Il panorama giallo italiano si anima dal 1852, con “Il mio cadavere”, di Francesco Mastriani (1819 – 1891; scrittore, drammaturgo, giornalista; autore di romanzi d’appendice di grande successo).
Il romanzo, inizialmente, apparve in appendice sul periodico napoletano di politica e cultura “L’Omnibus”. La prima puntata (‘’La famiglia dello stradiere’’) uscì in stampa il 13 dicembre 1851.
Nel 1888, Emilio De Marchi (1851 – 1901; scrittore, poeta e traduttore italiano; fra i più importanti narratori del secondo Ottocento italiano) pubblica “Il cappello del prete”, romanzo giallo fra i più interessanti dell’epoca.

In Italia, il genere giallo inizia a prendere campo nel dopo guerra e nelle pagine dei nuovi romanzi si inizia a sentire l’influenza dalla scuola americana “Hard boiled” della narrativa poliziesca.

A essere considerati, universalmente, come primi gialli sono comunque le avventure di Sherlock Holmes. Il personaggio creato da Conan Doyle ha proiettato una lunga ombra sul genere, che è giunta fino agli anni trenta del Novecento, e molti personaggi concepiti sotto questo ascendente da autori europei e americani derivano direttamente da Holmes.
Tra questi, appartenenti al periodo classico del giallo, citiamo i più famosi: Hercule Poirot e Miss Marple di Agatha Christie (1890 – 1976; scrittrice e drammaturga britannica); Philo Vance di S. S. Van Dine (pseudonimo di Willard Huntington Wright, 1887 – 1939; scrittore e critico d’arte statunitense); Lord Peter Wimsey di Dorothy L. Sayers (1893 – 1957; scrittrice, poetessa e drammaturga britannica) ed Ellery Queen, il più famoso degli pseudonimi di Frederick Dannay (1905 – 1982) e Manfred Bennington Lee (1905 – 1971), scrittori di letteratura poliziesca e inventori del detective che ha il nome del loro pseudonimo.

Questa messe di investigatori letterari non è, ovviamente, una pedissequa ripresa del modello, ma ogni detective citato presenta caratteristiche specifiche e ogni autore ha tentato a suo modo di proporre elementi nuovi, ad esempio, nello stile e nel contenuto.
Ma restano molti aspetti in comune con l’originale. Prima di tutto la capacità deduttiva, a seguire l’abilità di riconoscere l’importanza di indizi che agli altri sembrano trascurabili e infine, la dote di mettere insieme i pezzi e trovare la soluzione di casi intricati o quasi impossibili.

L’arma della deduzione che questi abili investigatori possiedono deriva dal positivismo ottocentesco. Questi personaggi hanno una fede incrollabile nei confronti della logica, della scienza e della ragione.
Ogni indagine conduce immancabilmente a una sola e unica soluzione che è possibile affermare grazie all’analisi delle tracce trovate sulla scena del crimine e attraverso tale analisi si può giungere alla verità, senza possibilità di errore.

Questo tipo di detective sono uniti anche perché appartengono a classi sociali assimilabili: spesso benestanti o di nobili origini e svolgono le loro indagini principalmente per vanità intellettuale oppure per curiosità o diletto, per il puro desidero di risolvere un mistero. Non rappresentano la legge e mirano essenzialmente a scoprire la verità.
Inoltre, gli ambienti in cui avvengono i crimini sono spesso altolocati ed eleganti, lontani dai luoghi quotidiani in cui avvengono di norma fatti criminali.

Gli investigatori del giallo classico sono sempre dilettanti. Il motivo è semplice: questi personaggi non sono vincolati da regole e possono indagare in piena libertà, mentre un poliziotto o un funzionario dello Stato devono attenersi ad esempio, alle norme e alle direttive dei superiori.

I gialli di questo periodo hanno una forte componente morale, anche se sono stati ritenuti per molto tempo una “letteratura di evasione”.
In queste storie, il colpevole, dopo essere stato individuato, subisce una punizione, la giustizia trionfa e torna l’ordine precostituito, che era stato sconvolto dalle azioni del criminale. Questo processo di ripristino delle regole rientrava nelle consuetudini sociali dell’epoca, ancora dipendente dalla visione moralistica di stampo vittoriano.
(prosegue)

Codice 206: I casi del commissario Nick Raisi

In “Codice 206”, il commissario Nick Raisi si troverà coinvolto in un cold case. A trascinarlo dentro le indagini saranno i misteriosi messaggi lasciati da “Ala”, un writer che ha fatto della sua arte un’arma al servizio della giustizia.

Dopo “Rime Mortali“, torna con “Codice 206”, il personaggio di Nick Raisi, un tipo davvero singolare a cominciare dalle sue passioni: l’hip hop e i dolci. Il commissario romano odia la neve e la montagna, ma a causa di un’indagine scabrosa si ritrova catapultato, suo malgrado, dalla sua amata Roma a Brunico, in Alto Adige. Il suo arrivo ha portato diversi cambiamenti in città, soprattutto nel modo di condurre le indagini.

Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.” (Friedrich Nietzsche)

Nick Raisi è insolito, a volte divertente.
Conduce le indagini con una patina d’ironia e riesce sempre a fiutare la pista giusta che conduce alla verità.
Stavolta il commissario romano, trasferito a Brunico, deve indagare su un uomo scomparso anni prima, che i suoi concittadini credevano morto per un incidente in montagna.
Ad aiutarlo ci sarà un misterioso writer che si firma “ALA” e che lo sfiderà a risolvere i suoi rebus tappezzati per la città.
Raisi con l’aiuto della sua squadra e le felici intuizioni della sua ragazza, Larissa Meier, darà una luce completamente diversa al caso dell’uomo scomparso che dietro una impeccabile facciata nascondeva un terribile segreto.
Il commissario dovrà muoversi tra omertà e coni d’ombra, fino a svelare la vera natura della vittima e l’identità del suo assassino.

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Il Latinista: una nuova indagine per il commissario Lambert

Cover Il Latinista

Il commissario Lambert è alle prese con una nuova complicata indagine.

Parigi. In una ex casa di cura abbandonata viene ritrovato il corpo di uno sconosciuto ucciso a pugnalate.
Una scritta in latino campeggia su una parete della scena del crimine: è un motto, usato da Cesare Borgia e da molti altri prima di lui.
L’assassino non ha lasciato altre tracce dietro di sé, neppure l’arma del delitto, e la frase misteriosa sarà il punto di partenza e il filo conduttore di uno strano gioco di rimandi con cui il commissario Lambert e i suoi collaboratori dovranno fare i conti.
Mentre il Latinista, questo il nome che si è guadagnato l’assassino, continua a uccidere, il commissario e i suoi consulenti vedranno spiazzate le loro supposizioni e per risolvere il caso dovranno seguire l’istinto più che le prove…

Sullo sfondo di una Parigi accennata, eppure presente, A.J. Evans, al suo quinto appuntamento con il giallo, ci conduce attraverso inquietanti scene del crimine all’inseguimento di un spietato assassino.
Supposizioni, dubbi, una scritta misteriosa e tracce di un passato che sembra esigere vendetta, mettono  a dura prova la perspicacia e l’intuizione del commissario Lambert e dei suoi capaci collaboratori che faranno di tutto per assicurare il colpevole alla giustizia.

Indagare? Un’opera di fede. Singolari figure di detective

Saturno cappello prete

Che cosa ne pensate della figura del sacerdote-investigatore?

A giudicare dalle serie che circolano in televisione, direi che questa singolare figura di detective riscuota un notevole successo sia nei libri che in TV.

Penso alla serie dei gialli con protagonista Padre Brown (tratta dai libri dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton), al più recente Don Matteo o ancora,  alla serie inglese Grantchester (tratta dal ciclo di romanzi “The Grantchester Mysteries” di James Runcie) che ha come protagonista un sacerdote anglicano, Sidney Chambers; senza dimenticare poi, altri soggetti le cui storie sono ambientate in periodi storici più remoti.

In effetti, la figura di un sacerdote alle prese con delle indagini poliziesche è un ottimo accostamento: chi può conoscere meglio l’animo umano di un prete abituato ad armeggiare con il materiale umano e allenato a scrutare oltre l’apparenza per arrivare a sondare i lati più oscuri dell’animo umano?

Alla fine, queste storie che hanno come protagonisti investigatori con la tonaca vedono la netta distinzione tra giustizia terrena e giustizia divina.
A un certo punto, le due strade, quella della polizia e quella “ecclesiastica” che indagano si dividono. Entrambi i rappresentanti delle due istituzioni fanno il proprio lavoro: chi vuole assicurare alla legge il criminale e chi vuole redimerlo, ma il viaggio fino al punto dello svelamento è davvero interessante.

Di solito, assistiamo a divertenti scaramucce tra il sacerdote e il rappresentante ufficiale della giustizia, fino a una resa più o meno evidente, di fronte alla soluzione del caso che, ovviamente, viene brillantemente risolta dal detective dilettante (che proprio dilettante non è).
Queste baruffe servono a rendere più interessante la storia, allentano la tensione e offrono spesso spunti comici, donando vivacità alle storie e facendo da riempitivo nei momenti in cui l’indagine langue.

Inoltre, una buona parte di questi sacerdoti, oltre a una notevole intelligenza e astuzia, sono dei tremendi ficcanaso, la loro curiosità li rende ancora più simpatici e quando prendono (in buona fede, per carità) per i fondelli il rappresentante della legge di turno, non possiamo far altro che stare dalla loro parte e sorridere di quanto accade.

In ogni caso, questi preti-investigatori, impiccioni e arguti, agiscono sempre a fin di bene, in fondo, fanno solo la volontà di Dio…

Sophie: la ragazza con la pistola

pistola e sophieSophie è la ragazza di Adrien, l’assistente di Edmond A. Picard, il criminologo ex professore, che indaga, collaborando con la polizia di Parigi.

Sophie è un’esperta informatica che si renderà subito utile nelle indagini, apportando il suo contributo tecnologico. La ragazza entra in scena sin dal primo episodio dei casi del professore (“Presagio mortale“).

In “Morte a tempo di swing“, Sophie vedrà svelato un suo segreto, legato al passato…

3° Appuntamento con il giallo: Morte a tempo di swing

cover morte a tempo di swingMentre le note di Sing Sing Sing risuonano nell’aria, Dorian Fontaine, noto musicista jazz viene ucciso.

Lambert conduce le indagini, ma stavolta è solo, il suo amico criminologo è a Strasburgo, alle prese con un altro intricato caso da riaprire: un uomo che è stato incastrato e incolpato dell’omicidio del suo socio per motivi di gelosia.

Edmond tornerà a Parigi per aiutare Lambert che nel frattempo ha dovuto arrestare Sophie, la ragazza di Adrien.

Due casi diversi eppure simili per molti aspetti che non saranno semplici da sbrogliare, mentre ancora aperta è l’indagine sulla Phénix, l’azienda farmaceutica che è responsabile della morte di due persone, ma che sembra impossibile incastrare…

Morte a tempo di swing

Un’estate in compagnia del giallo

banner due gialli estivi

Un’iniziativa tutta estiva, perché si sa, i gialli sono una compagnia perfetta per i mesi caldi, dovunque trascorriate il vostro tempo libero.
Sono già usciti i primi due della serie, prossimamente, sarà disponibile online Morte a New York di Karly Daniels.

Conosciamo qualche altro elemento delle prime due uscite.

Presagio mortale è ambientato a Parigi. Se deciderete di avventurarvi tra le sue pagine elettroniche conoscerete: Edmond Augustine Picard, criminologo ed ex professore; il suo assistente Adrien Lefevre, Arnoux Lambert, commissario di polizia; Constance Bernard, un’avvenente medium e molti altri personaggi a vario titolo coinvolti nei tre casi che animano questo giallo. La storia si apre con un presagio di morte, durante un vernissage di una famosa pittrice, Aline Fournier.

Presagio mortale

Ostacolo invisibile si svolge in una città immaginaria, Litore. L’ispettore Alex Maier, un curioso poliziotto, per metà filosofo e per il resto scrittore, si appassiona ai casi che segue e alle persone che sono coinvolte e un po’ grazie al suo intuito e a qualche soffiata del suo informatore preferito, Aldo, riesce a sbrogliare matasse molto complesse. Questa volta la storia che racconta riguarda Marta, una donna non bella, ma speciale.

Ostacolo invisibile

Seguiteci, più avanti vi racconterò degli altri gialli che stanno per arrivare e qualche altra curiosità di quelli già online.

Presagio mortale: l’incipit

chiromante

“Presto, morirai… gli spiriti si vendicheranno… non solo di te”.
Constance continuava a tenere tra le sue la mano di Aline, ma non scrutava più le linee del suo destino. Il suo sguardo era perso nel vuoto.

“Vedo sangue, tanto sangue” la sua voce gemette, si contorse in un rantolo e poi si spense, mentre i suoi occhi si rovesciavano nelle orbite.
La medium crollò a terra esanime. Un’angoscia muta pervase gli invitati; Aline era in piedi, immobile, mortalmente pallida.

La scena rimase congelata per un istante, poi gli ospiti si riscossero e aiutarono Constance a riprendersi. Un vivace brusio faceva da contrappunto al tragico e inaspettato evento.
Aline aveva sorriso quando Constance le aveva proposto di leggerle la mano durante il vernissage. Doveva essere una premonizione di fortuna per la mostra appena inaugurata, ma si era trasformata in un presagio di morte: la donna era caduta in trance e aveva capovolto l’esito della festa.

Constance Bernard non era nuova ai colpi di scena: dramma e forze soprannaturali, puntualmente la accompagnavano a ogni sua apparizione in pubblico.
Grazie a lei il vernissage di Aline Fournier sarebbe stato un successo mediatico.

presagio mortale