Spazi narrativi: il luogo spesso condiziona la storia

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Vi siete mai chiesti quanto gli spazi narrativi dove si svolge una storia possano influenzare la narrazione?

Leggendo alcune storie ho notato quanto gli spazi narrativi siano influenti sia per la formulazione di una storia sia per il suo svolgimento.

Le mie prime considerazioni relative all’importanza degli spazi narrativi non sono venute da un testo letterario ma da un’opera musicale.
Il suggerimento, però, veniva da un libro, Le opere di Verdi di Julian Budden: analizzando la partitura dell’Otello ho riscontrato quanto accennato dall’autore del libro.

Mentre la storia procede, si assiste a un vero e proprio restringimento degli spazi.
Dall’ampiezza dei luoghi pubblici lentamente e inesorabilmente la musica di Verdi e la struttura del testo di Boito (autore del libretto) ci spingono con determinazione verso la scena conclusiva, dove si consuma il dramma: la stanza di Desdemona.
In quella stanza siamo confinati per assistere al suo omicidio, ovvia conclusione di una tragedia, costruita proprio sulla riduzione, anche psicologica, delle alternative possibili, fino a giungere all’unica soluzione paventata sin dall’inizio della storia: la morte, appunto, grazie alle abili macchinazioni di Jago che spingono la gelosia di Otello al limite.

L’ambientazione di una storia, quindi, è importante e vincolante, sin dall’inizio della narrazione.

Ho notato le stesse scelte in un autore di gialli, Simon Beckett.
Nei due gialli che ho letto, lo scrittore sceglie di proposito dei luoghi “ristretti”:

  • un piccolo paese dove tutti si conoscono e non vedono di buon occhio gli estranei, anche se da diversi anni vivono accanto a loro;
  • un’isola dove chiunque venga dalla terraferma è considerato quasi una minaccia o comunque, è guardato con diffidenza dagli isolani.

Queste premesse sono più che sufficienti per scatenare rapidamente gli animi non appena si crea una situazione critica, nella fattispecie, un omicidio. Si assiste a un rapido surriscaldamento che fa aumentare in modo spasmodico la tensione, e il restringimento spaziale conduce a un restringimento psicologico.

Gli estranei sono una minaccia, sono loro la causa di ogni male e questo rende la situazione esplosiva: una vera pentola a pressione e i lettori sono divisi tra la risoluzione dei crimini e il timore che qualcosa di ben peggiore possa accadere, quando la logica ha perso ogni potere.
Il tutto, il più delle volte, a favore dell’assassino che trae indubbi vantaggi dalla ristrettezza mentale e dalla diffidenza delle persone.

Quando leggerete il vostro prossimo libro riflettete sulle ambientazioni, sugli spazi narrativi costruiti dall’autore e chiedetevi:
quanto la scelta dei luoghi ha condizionato la storia?
quanto lo scrittore è riuscito a coinvolgermi grazie alle collocazioni spaziali che ha scelto per la sua narrazione?

Dettagli. Ma voi sapete che cos’è un dettaglio e perché è importante?

spaghetti pomodoro basilico dettaglio

Che cosa vi viene in mente se vi dico la parola dettagli?

La prima cosa che è venuta in mente a me è una pietanza cui sono state aggiunte delle spezie o una particolare decorazione, ad esempio, una piccola foglia di menta posta a scopo estetico su un piatto ricercato.

Quante volte mangiando qualcosa avete avvertito nel sapore una nota singolare?
Un dettaglio, appunto! Nel caso specifico, magari del peperoncino o una particolare spezia che rende il sapore di quel piatto unico.

Quindi, ricapitoliamo: che cos’è un dettaglio?

Ora, la risposta può essere: un elemento che rende particolare qualcosa; un elemento che rende unico un oggetto, un edificio, un piatto di un grande chef.
Un altro esempio interessante di cosa sono dei dettagli potete scoprirlo osservando la vostra città.

Avete mai osservato gli edifici accanto cui passate ogni giorno?

Non intendo un’occhiata e via – che al massimo coglie il colore e il materiale di cui è fatto un palazzo oppure una sagoma al limitare del campo visivo.
No, io parlo proprio di un’osservazione acuta, approfondita, magari attraverso l’ottica di una macchina fotografica, che vi consenta di vedere quello che sfugge all’occhio.

Vi assicuro che scoprirete un’infinità di cose che neppure sospettavate e tornerete a casa stupiti di quanto possa essere affascinante la vostra città; sorprendente e speciale, proprio come quel sapore che avete sentito in bocca, assaggiando quella particolare pietanza, di cui, magari, siete riusciti a individuare e classificare quel dettaglio che fa la differenza.

I dettagli sono importanti, non vanno mai trascurati, anzi, vanno corteggiati e studiati a fondo; anche quando si scrive, perché i dettagli sono il “sale della terra” e la “luce del mondo” (Vangelo, Mt 5,13-16); non dimenticatelo.

Punteggiatura, ritmo e musica: guide infallibili per un buon testo

note musica parole

Sto leggendo l’ennesimo libro sulla punteggiatura, mai stanca di approdare a nuovi lidi ritmici che riguardino frasi e e parole; e più leggo e più mi rendo conto che scrivere ha davvero molto a che fare con la musica.

Incantata, affascinata dai leggiadri segni di interpunzione, ogni giorno metto a punto la musica contenuta nella mia scrittura, seguendo il mio orecchio.

La musica è un punto di riferimento forte. Leggo e rileggo quando scrivo le frasi e le ascolto, mentre leggo ad alta voce con grande attenzione, le provo, sondo la loro musicalità, finché non suonano perfette, fin quando il loro accordo è simile a una melodia orecchiabile e godibile.

A volte, amo le asperità, le punte aguzze di certi termini che si assiepano sulla carta e spiccano, creando strane atmosfere, per poi sciogliersi in parole più morbide e sinuose.

Cerco la polifonia nella pagina, la inseguo come un miraggio, tra verbi, soggetti e complementi.

Punti e virgola decisi, due punti sussiegosi e virgole sconnesse sono le mie pause musicali, gli abbellimenti tra le parole.

Ogni frase è una sfida, un duello tra cervello, cuore e immaginazione. L’arco melodico di una battuta ha bisogno di parole connesse tra loro, di suoni che s’accordano o vanno in contrasto, ma che comunque siano accolti dall’orecchio, da lui approvati, adorati o assolutamente inaspettati.

La vendetta: un nuovo caso per il commissario Lambert

Commissario Lambert e la vendetta

Il commissario Lambert è alle prese con un nuovo caso.

Una serie di omicidi sconvolge Parigi.
Il commissario Lambert è messo di nuovo a dura prova.
L’assassino è un tipo originale e inafferrabile; non lascia tracce dietro di sé, a parte delle piume sul corpo delle sue vittime.

Nel frattempo, il pm Lemarie viene accusato di omicidio e i due casi rischiano di mandare in tilt Lambert e i suoi colleghi impegnati su due fronti.

Questa volta i nostri amici, per risolvere il caso, dovranno andare molto indietro nel tempo.
Troveranno dei collegamenti con gli egizi e il Louvre e l’assassino sarà sempre un passo avanti a loro…

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Leggere: un aiuto per vivere e coltivare le emozioni

ragazza che legge

Leggere un libro, per me, non è solo entrare in una storia e viverla a fianco dei personaggi.
Quando leggo sviluppo simpatie e antipatie per le persone che animano il libro e finisco per schierarmi con loro o contro di loro.

Li critico, ci discuto a voce alta, chiedendo perché si sono comportati in un certo modo. Approvo o meno le loro scelte e a volte persino mi infurio per certi comportamenti assurdi che si ostinano a tenere.

Ad esempio, il libro della Bronte, Cime tempestose che ho comunque amato molto, mi ha fatto quasi infuriare in certi momenti, e avrei voluto esprimere con note piuttosto colorite tutto il mio disappunto nei confronti di Heathcliff e Catherine che a turno riuscivano a rovinarsi la vita tra ripicche e orgoglio autolesivo.

Che dire poi delle mie ultime letture? I gialli. Lì, la gamma di reazioni si estende alla gestione delle indagini, alla pesantezza riscontrata nelle eventuali lungaggini, poi si passa alla frenesia, quando ci si avvicina alla soluzione, alla quota di rabbia nei confronti dei cattivi o alla comprensione, quando il male è causato per una giusta vendetta.

Chi legge visita molti luoghi, vive certamente molte altre vite, come è stato già detto a più riprese, ma soprattutto leggere ci consente di provare una gamma di sensazioni ed emozioni in molti casi davvero forti.
Credo sia ormai dimostrato da molte ricerche che leggere aiuta a sviluppare empatia, a essere più coinvolti e disponibili verso il prossimo.

Ma più di tutto, leggere ci consente di piangere, di indignarci, di innamorarci o di ridere a crepapelle in qualsiasi momento e praticamente dovunque. Basta avere un libro a portata di mano…

Il paese di Tritacrome: the day after. Il giorno dopo lo spettacolo

Tritacrome gli interpreti

Il 20 giugno 2018 è stato rappresentato “Il Paese di Tritacrome”, uno spettacolo musicale per bambini.
Questo giorno per me resterà un giorno speciale, da ricordare nel mio calendario personale, perché ha rappresentato l’inizio di un nuovo percorso artistico, di una nuova vita professionale.

Alle 21:00 circa, il coro delle voci bianche della scuola Artemusica di Falconara Marittima (Ancona) si è esibito, mettendo in scena un melodramma con testi e musiche originali.
Questo spettacolo ha segnato l’inizio di un progetto che coinvolge musica, parola e canto.
Per me, vedere rappresentato quanto scritto nel mio libro è stata un’esperienza fantastica ed emozionante, la realizzazione di un sogno.

La serata è stata davvero emozionante, i ragazzi hanno dimostrato di essere padroni della scena, si sono destreggiati tra lettura e canto con grande abilità.
Lavorare con il maestro Angela De Pace è stata una scoperta: ho visto il mio libro prendere vita attraverso le sue canzoni e il suo lavoro con i ragazzi che hanno risposto meravigliosamente alle “provocazioni” musicali e a quelle della storia.

Per me ognuno di loro resterà nella memoria come il personaggio che hanno interpretato.
I curiosi abitanti di Tritacrome, paese singolare, hanno avuto per alcune ore un corpo e una voce.
Non vedo l’ora di iniziare una nuova avventura con loro. In effetti, sto già lavorando a un testo per Natale.

Noi non ci fermiamo qui, restate sintonizzati…

Osservazione: prima regola dell’Ispirazione per qualsiasi creazione artistica

osservazione con telescopio

Alle prese con un nuovo libro o in pausa riflessiva alleno e affino i miei sensi per osservare ciò che mi circonda. L’osservazione è la prima fonte di ispirazione per chi scrive e non solo.

Guardo le persone camminare per strada e assimilo mentalmente la loro andatura.
A volte resto colpita da uno sguardo, dal dettaglio di un soggetto: lo spazio curioso tra i suoi denti, una risata piena di colore o il gesticolare inconsueto delle mani.

Tutto può diventare spunto per costruire un personaggio o per partire con una nuova storia.

Anche una frase che arriva all’improvviso, una melodia dal carattere singolare o il ricorrere ritmico di strani rumori possono essere un punto di partenza, un incipit per dare vita a una scrittura originale.

Chi scrive ha sempre le antenne ben sintonizzate sul mondo e per essere originali basta solo combinare in modo diverso i pezzi del puzzle che la vita ci sottopone quotidianamente.

Quando riusciremo a combinare osservazione e successiva creazione artistica, sosterremo anche noi che qualcosa di molto bello può nascere da “l’incontro fortuito su un tavolo di dissezione di una macchina da cucire e di un ombrello!” (Conte di Lautréamont, pseudonimo di Isidore Lucien Ducasse (1846-1870), poeta francese).

Tritacrome: “uno strano paese in musica” diventa spettacolo

Prove spettacolo musicale Tritacrome

Il progetto di Tritacrome si sta rivelando un’esperienza appassionante.
Nasce da un libro Uno strano paese in musica creato appositamente e tradotto in spettacolo musicale, come “il paese di Tritacrome”.

Ho fatto molti lavori diversi nel corso degli anni, una buona parte legati alla creatività, ma è il mestiere di scrivere che mi sta dando grandi soddisfazioni, come questo spettacolo a cui sto collaborando da qualche mese.

Lavorare con i bambini è davvero una bellissima esperienza, se poi il testo motore del progetto è un libro di cui sei l’autore, allora si aggiungono molti altri aggettivi: interessante, emozionante, divertente e altri ancora che al momento non riesco a esprimere in parole articolate.

È già da un po’ che mi sveglio di notte e penso al giorno dello spettacolo, è un po’ come vedere crescere un figlio e chiedersi come andrà a finire.
Spero davvero che la gioia che mi sta dando questo lavoro contagi anche chi verrà a vedere lo spettacolo e anche chi comprerà il libro.
Vi auguro di cuore di provare anche solo parte di quello che sto provando io.

Al momento ho già portato a casa una grandissima soddisfazione: ho firmato alcuni autografi ai protagonisti del paese di Tritacrome che spero possiate venire tutti a vedere.
Sono solo dei bambini, direte, ma credetemi se vi dico che sono davvero bravi.

Mestiere di scrivere: il ritmo, una questione importante

metronomo ritmo

Nella maratona inesausta delle mie letture, oltre a scegliere il genere, mi lascio guidare dal ritmo dell’autore che mi aiuta anche nel mestiere di scrivere.

Ogni storia ha il suo ritmo.
Credo sia utile per ognuno di noi scegliere quello che ci è più congeniale.
Di solito, quando le mie letture hanno il ritmo giusto riesco a scrivere diverse pagine nello stesso giorno; le parole escono senza fatica, rallentate solo dalla capacità delle mie mani di stare dietro ai miei pensieri.

Questo accade perché la musica ha sempre avuto una parte da protagonista nella mia vita. Anche quando apparentemente credevo di averla accantonata, la musica è sempre tornata alla ribalta nella mia vita, nei più svariati modi.
Sono convinta che la musica influenzi profondamente il mio modo di scrivere: anche quando non viene citata esplicitamente, è comunque presente, in altre forme, ad esempio, nel ritmo delle parole o nella scelta dei termini.

Leggo e rileggo spesso quello che ho già scritto, prima di procedere con la scrittura, e scelgo le parole anche per il loro suono, oltre che per il loro senso all’interno di una frase e rileggo sempre ad alta voce, per valutare se all’orecchio suona tutto nel modo giusto.

I miei libri sono diventati il mio strumento personale e io premo tasti, pizzico corde o intono note, ogni volta che scrivo.